Mastoplastica riduttiva

COSA È? QUANDO È INDICATA?

La mastoplastica riduttiva si esegue quando il seno è eccessivamente grande, voluminoso e cadente: permette di ridurne il volume e di sollevare le mammele; l’ipetrofia mammaria ( eccessiva grandezza delle mammelle) rappresenta una situazione frequente, che può causare disagio e fastidi di varia natura, legati al peso eccessivo, come dolori alla schiena e difficoltà nelle attività sportive o semplicemente nell’indossare abiti o reggiseni. 
La mastoplastica riduttiva si associa sempre alla mastopessi, perchè un seno grande è sempre cadente: le cicatrici saranno le stesse che ritroviamo nelle mastopessi, quindi attorno all’areola, che viene spesso rimpicciolita; dall’areola al solco mammario e infine una cicatrice orizzontale che “coincide” proprio col solco stesso. L’anestesia, il comportamento da tenere nei giorni successivi all’intervento e le possibili complicanze sono sovrapponibili a quelle già descritte per le mastopessi.

IN COSA CONSISTE?

Nel caso della mastoplastica riduttiva, il chirurgo effettua un’asportazione di grasso e cute in eccesso e riduce la ghiandola mammaria.

È SICURA?

La mastoplastica riduttiva è un intervento chirurgico sicuro. Tutte le protesi utilizzate sono assicurate e garantite. Dopo l’operazione il paziente può avvertire lievi dolori al petto e nei movimenti delle braccia, che passano in meno di 1 settimana.

LASCIA CICATRICI?

Per la mastoplastica riduttiva, le incisioni saranno circonferenziali attorno all’areola (tecnica “round block”), talora anche con cicatrice verticale, o infine a forma d’ancora ( a “T” rovesciata) per le riduzioni più importanti.

QUALE FORMA?

Le dimensioni del seno devono essere proporzionate alla silhouette della paziente.

IL RISULTATO?

Grazie alla mastoplastica riduttiva il seno risulta più piccolo, tonico e giovane: la figura acquista in vestibilità e diventa più elegante ed armoniosa.

IN PILLOLE

I risultato è permanente e naturale, sia alla vista che al tatto. Dopo un intervento di mastoplastica si può allattare, poiché la ghiandola, l’areola e il capezzolo stesso non vengono coinvolti dall’intervento e continuano a funzionare normalmente.

Caso 1

Caso 2

Caso 3

Caso 4

Caso 5

Caso 6

Caso 7

Caso 8

Caso 9

Caso 10

Caso 11

Caso 12

Caso 13