Ho il seno inesistente, AIUTO!

seno piccolo

 Ho il seno inesistente, AIUTO!

Ci scrive una paziente e volentieri pubblichiamo

Come risolvere il disagio di un seno troppo piccolo?

 

Ho sempre avuto il complesso di avere il seno piccolo, se non si può dire inesistente, e negli ultimi anni ho spesso pensato di sottopormi a un intervento di mastoplastica additiva che rendesse il mio décolleté più grande.

Inizialmente pensavo che questo mio disagio dipendesse da una bassa autostima di me e del mio corpo, e ho fatto di tutto per accettarlo così com’è, piuttosto minuto.

Poi ho capito che non ci si può sottrarre alle leggi di Madre Natura e mi sono rivolta al dott. Biagi che mi ha spiegato che quello del seno piatto non è solo sinonimo di mancata fiducia in sé, ma una vera e propria patologia che affligge molte donne, e che nel gergo scientifico prende il nome di ipoplasia mammaria.

Le cause possono essere legate a sbalzi ormonali durante l’adolescenza o a una semplice predisposizione genetica, per cui se nella mia famiglia ci sono state donne poco prosperose è naturale che lo sia anche io.

Con grande professionalità, il dott. Biagi mi ha spiegato che l’aumento del seno dipende dalla crescita del livello di estradiolo, della famiglia degli estrogeni, che dovrebbe svilupparsi in adolescenza.

Con l’aumento della portata ormonale dovrebbe aumentare anche il volume del seno.

Ma non sempre è così.

Può infatti capitare che durante l’adolescenza si verifichi una sovrapproduzione di testosterone che, inevitabilmente, comporta un arresto della crescita della ghiandola mammaria se non, addirittura la sua atrofizzazione.

In ogni caso, il seno è composto dalla ghiandola mammaria, un tessuto adiposo e il capezzolo: quando, come nel mio caso, la ghiandola mammaria è poco sviluppata e la massa adiposa inesistente, il seno inevitabilmente, rimane molto piccolo.

Questo è diventato ormai un mio pensiero costante, che incide sul mio sentirmi femminile. Ben presto i rimedi naturali che si possono trovare in rete si sono rivelati inutili: è impossibile pensare di aumentare il grasso solo nel seno per farlo apparire più grande.

Cosa si può fare, quindi?

Per questo mi sono convinta che l’unica strada percorribile fosse quella della chirurgia estetica, rivolgendomi a esperti del settore come il dott. Biagi che unisce alla grande esperienza  una profonda umanità.

Perché sono stata assalita da un ennesimo dubbio: come può il mio fisico, così esile, risultare proporzionato dopo l’inserimento di protesi?

E poi, quante taglie posso acquistare?

Per questo, mi sono recata in ambulatorio per valutare insieme al chirurgo quale tipo di protesi impiantare e il loro volume, così come quale tipologia di intervento prescegliere.

Logicamente il dott. Biagi consiglia di aumentare il seno in maniera graduale, in modo da ottenere un effetto naturale

Le misure?

È molto difficile poter immaginare il mio corpo diverso, e finalmente con un seno grande!

Per aiutarmi nel percorso psicologico al cambiamento, il dott. Biagi mi ha mostrato delle simulazioni digitali del mio corpo prima e dopo l’intervento, così come foto di altre pazienti e di quanto il loro aspetto sia migliorato dopo la mastoplastica, mettendomi a disposizione una tabella di taglie da poter consultare per schiarirmi le idee.

Le misura riportate servono per orientarsi sulla corrispondenza della protesi rispetto alla taglia acquisita, anche se ciò che risulta determinante, nella scelta finale, è la forma del seno e la conformazione di base della paziente.

Comunque, al di là dell’apprezzamento puramente estetico, nella decisione su come procedere, spetta proprio al chirurgo l’ultima parola, perché consapevole delle caratteristiche del fisico su cui si interviene.

La pelle di un seno piccolo, infatti, di solito è sottile e si rivelerebbe incapace di reggere il peso di una protesi corrispondente a una taglia molto grande. Il processo di analisi precedente alla mastoplastica che il dott. Biagi è solito eseguire sulle pazienti che si sottopongono al primo intervento mi ha molto rincuorato.

Proprio per evitare un effetto finale che risulti sproporzionato e di difficile guarigione, il chirurgo procede misurando il torace, il tronco e le spalle, la forma naturale del seno, la grandezza delle mammelle e, in maniera più approfondita, viene misurato lo spazio a disposizione tra il solco inframammario e il capezzolo. Anche se inevitabilmente qualcuno si accorgerà del ritocco, è sempre meglio che questo risulti il meno evidente possibile.

Ho anche pensato, però, che ottenere una taglia finale piccola, come una prima, potesse in qualche modo vanificare i vantaggi di una mastoplastica, e, nonostante tutto, non apportare modifiche tali da farmi sentire meglio.

Ma sono certa che i consigli del dott. Biagi riusciranno a farmi essere soddisfatta, scegliendo insieme anche la tipologia di intervento da eseguire. La mastoplastica sottomuscolare è il metodo perfetto nel mio caso, perché con questo metodo le protesi vengono collocate in profondità, sotto il muscolo, alla vista sono impercettibili  in modo che l’effetto di un seno naturale sia garantito.

La professionalità del dott. Biagi ha fugato ogni mio dubbio. Finalmente sono convinta a sottopormi alla mastoplastica e il disagio del mio seno piccolo tra poco sarà solo un lontano ricordo.

Foto di Lucas Pezeta da Pexels