Mammella tuberosa come curarla

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Mammella tuberosa come curarla

Mammella tuberosa. Una diagnosi che molte donne accolgono con il timore e con la preoccupazione di potersi sentire a proprio agio con il proprio corpo. La mammella tuberosa è una malformazione della ghiandola mammaria. Il seno si sviluppa protendendosi in avanti come se fosse “incarcerato” da una spessa cotenna. Le parti laterali del seno risultano quindi schiacciate rispetto alla classica forma semicircolare. Un seno oppure entrambi risultano avere una base stretta, un aspetto cadente con areole spesso molto grandi.

La mammella tuberosa può interessare anche pazienti giovani che oltre subirne le conseguenze fisiche, devono confrontarsi con un disagio anche psicologico. Inoltre, la mammella tuberosa, nei casi più severi, può pregiudicare anche l’allattamento. Il protocollo principe per la risoluzione di quest’anomalia: la mastoplastica correttiva.

 

 

Mastoplastica correttiva per mammella tuberosa

 

L’intervento consiste in un’incisione periareolare, dove si isola la ghiandola mammaria liberandola dalle aderenze e allargandola. Questa tecnica, chiamata espansione ghiandolare consente di operare agevolmente e, a seconda dei casi, di suturare la ghiandola nella posizione idonea. Viene poi posizionata una protesi, la cui forma e il volume è stato precedentemente scelto insieme alla paziente. Il più delle volte vengono scelte delle protesi anatomiche leggermente proiettate in avanti. Per una simmetrizzazione corretta dei seni, in caso di mammelle tuberose con volumi differenti, consiglio sempre la scelta di due protesi diverse per un risultato finale più armonico. Un altro elemento importante è la correzione dell’areola, in taluni casi abbinando una mastopessi.

Si tratta di un intervento complesso che, se eseguito nel modo appropriato, dà risultati permanenti e naturali molto soddisfacenti.

Un seno proporzionato per una maggiore serenità

 

Un esito chirurgico positivo offre molti benefici alle pazienti, psicologici e fisici. La sensazione di inadeguatezza si dissolve, la donna può riprendere le proprie attività sociali e lavorative, avendo cura di seguire i protocolli di convalescenza e di non fare sforzi importanti entro i primi 15-20 giorni dall’intervento. Le suture, in particolare quelle in corrispondenza dei punti trans cutanei, dovranno essere controllate frequentemente dal chirurgo.

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