Mastoplastica ricostruttiva: rinascere dopo la malattia

Mastoplastica ricostruttiva: rinascere dopo la malattia

Quando una donna sconfigge una grave malattia come un tumore alla mammella ha bisogno più che mai di affidarsi alle cure di un chirurgo etico. Le sofferenze fisiche e psicologiche mettono in luce la sua forza ma anche le sue fragilità e la sua delicatezza. Per questo motivo mi stanno molto a cuore i casi di mastoplastica ricostruttiva in seguito a una mastectomia.

 

Come si effettua la mastoplastica ricostruttiva

Ogni donna affronta in modo unico questo percorso. Molte sono animate dalla determinazione di recuperare la propria femminilità reagendo alle ferite fisiche e psicologiche che lascia una malattia. Le condizioni di partenza sono differenti a seconda della procedura sottrattiva utilizzata. Una quadrantectomia che prevede l’asportazione di una sola parte di un seno necessita una ricostruzione diversa da un caso di mastectomia bilaterale.

Nel trattamento della quadrantectomia si punta a ricreare la simmetria e i volumi della mammella sana per dare un effetto più naturale possibile. Si parla di ricostruzione totale quando entrambi i seni vanno ricreati completamente. Le tecniche e i risultati finali vengono scelti con particolare cura. Alcune donne prediligono delle protesi che oltre alla forma del seno che avevano, riescono a donare un un effetto armonizzante, magari con un lieve incremento del volume.

Un’altra tecnica abbastanza diffusa consiste nello svuotamento della mammella cioè il nipple-sparing. In questo caso c’è la conservazione dei tessuti di rivestimento. In questo caso le protesi vanno inserite  sotto il muscolo pettorale.

 

Lipofilling o mastoplastica additiva?

Dipende dai casi, dai desideri della paziente e dal suo stato clinico. Molte tendono a preferire il  lipofilling in quanto consente di ricreare i volumi perduti in seguito all’intervento oncologico, rimodellando le mammelle e migliorando della qualità dei tessuti e delle cicatrici.

Secondo alcuni studi scientifici, il grasso umano è ricco di cellule staminali adulte, capaci di rigenerare in modo profondo i tessuti in cui vengono trasferite. In tal modo viene contrastata anche la Post Mastectomy Pain Syndrome (PMPS). Questo disturbo colpisce circa il 40% delle donne sottoposte a mastectomia e si manifesta con dolore compreso tra la cicatrice, l’ascella e il braccio. Una sintomatologia dolorosa resistente agli antidolorifici e agli anti-infiammatori e che l’uso del grasso può ridurre sensibilmente.

Foto di Klaus Nielsen su Pexels