Breast Illness: patologia ancora poco conosciuta.

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Breast Illness: patologia ancora poco conosciuta.

La Breast Illness è una patologia complessa, poco conosciuta, e ancora non del tutto chiara,

 

Dal 2019 l’agenzia americana FDA ha sotto controllo l’incidenza dei casi a seguito dell’impianto di protesi mammarie.

Immaginate di aver riposto sogni e speranze in un nuovo impianto al seno e trovarsi, dopo l’intervento con vari e diversi problemi che possono mettere a rischio la salute; è più di un incubo.

La Breast Illness è associata al rigetto della protesi e sappiamo che quando accade ci troviamo di fronte a un serio problema per l’organismo.

Sull’osservazione di 100 pazienti si è notato che, mediamente, i primi sintomi compaiono superati i tre mesi dal momento dell’intervento. Ma non abbiamo dati certi a riguardo, le variabili sono molte e dipendenti dallo stato di salute della paziente e dalla tipologia di impianto.

Come si riconosce la Breast Illness?

In ogni caso i fenomeni di malessere associati a questa malattia sono sempre gli stessi.

Chi soffre di questa sindrome post operatoria ha sintomi ben specifici e riconoscibili:

  • Perdita di memoria 
  • Dolore al seno
  • Dolore alle braccia
  • Dolore al petto
  • Fatica cronica
  • Ansia e disturbo del sonno
  • Depressione
  • Mal di testa e disturbi gastrointestinali
  • Perdita dei capelli
  • Rashes cutanei

Questa sintomatologia non è assolutamente da sottovalutare. Spesso viene confusa con un naturale malessere da decorso post operatorio, legato anche a fenomeni di ansia causati dalla situazione di stress del corpo e dello spirito.

Per questo non è stata ufficialmente riconosciuta o dichiarata come una reale malattia, ma più come un disturbo conseguente all’impianto di protesi mammarie.

È di basilare importanza essere informata sui rischi e i sintomi della BIl, perché si possa riconoscere in tempo.

Cosa stanno facendo per risolvere la Breast Illness

Al momento non esiste ancora un protocollo medico da seguire quando ci si trova di fronte a questi casi ma il panorama medico internazionale sta studiando la patologia per avere tutti gli strumenti a disposizione, come afferma la ricercatrice Diana Zuckerman, Ph.D., presidentessa del National Center for Health Research.

Inoltre la American Society of Plastic Surgeons and the Aesthetic Surgery Education and Research Foundation sta pensando di stanziare un sostanzioso fondo destinato alla ricerca per studiare la Bll.

Attualmente non esistono dati certi sul numero di donne che hanno rilevato tali problematiche, ma la questione è stata sollevata e la sintomatologia conosciuta grazie alla comunicazione social. Molte pazienti si sono trovate a condividere la propria esperienza su community, forum e gruppo online che hanno permesso a molte di riconoscere i sintomi giungendo, quindi, in tempi relativamente brevi a una diagnosi.

Come si deve procedere?

 In molti casi, ma non tutti, la chirurgia può risolvere il problema rimuovendo l’impianto. Può anche capitare, però, che un secondo intervento non sia necessario. 

Come già affermato, essendo lo studio in essere, non è ancora stata individuata una reale cura alla patologia. Si deduce però, che la rimozione dell’impianto rientri tra le prime modalità di intervento per arginare il rischio di peggioramento. Soprattutto, a seguito della possibile rottura della protesi, si cerca di contenere la dispersione dei materiali che verrebbero assorbiti dal corpo. Si procede spesso anche rimuovendo il tessuto cicatriziale che si forma intorno alla tasca periprotesica, secondo una modalità che si chiama capsulectomia, fase in cui viene contemporaneamente rimosso impianto e capsula.

La maggior parte delle pazienti che subisce questa operazione decide di sostituire le protesi con una tipologia diversa, passando, per esempio, da quelle in gel siliconico a quelle realizzate con gel salino, oppure texturizzate.

L’unica cosa da fare

Per essere sicuri di non incorrere in problematiche che portino a grandi sofferenze è decisivo scegliere professionisti esperti, non basando la propria scelta su altre motivazioni che non siano la comprovata esperienza. Il corpo va tutelato al massimo.

Intanto ci auguriamo che gli studi sulla Breast Illness siano in grado di risolvere i tanti dubbi ancora esistenti a riguardo.

 

Foto di Kristina Paukshtite da Pexels