Aumentare il seno in maniera naturale è possibile?

Aumentare il seno in maniera naturale è possibile?

Alcuni consigli per approcciarsi alla giusta scelta delle protesi.

 

Molte donne che si rivolgono al dott. Biagi per aumentare il volume del proprio seno confessano, prima di pensare alla chirurgia, di aver tentato rimedi naturali che, in rete, vengono spacciati come miracolosi. A meno che non si tratti di soggetti in età adolescenziale o alle porte dello sviluppo è praticamente impossibile che ciò sia realistico.

Ciò che incide sulla crescita del seno, infatti, è la progressiva produzione di estrogeni, il principale ormone femminile.

In natura niente incide a livello ormonale in maniera tale da garantire un aumento sostanzioso. In farmacia ed erboristeria spesso si trovano confezioni di integratori di origine naturale che dicono di svolgere un’azione pari a quella degli estrogeni. Questi ormoni vegetali, che si chiamano fitoestrogeni, hanno sì una funzione simile ma molto poco incisiva a livello fisico, da considerarsi nulli come incidenza sulla variazione della grandezza del seno.

Un apparente aumento del volume del seno può essere legato all’assunzione di medicinali o terapie anticoncezionali che, infatti, incidono notevolmente sulla produzione di estrogeni, anche se il tutto si limita a un gonfiore mammario simile a quello precedente il ciclo. In ogni caso, niente di definitivo.

Se si desidera un seno prosperoso bisogna accettare l’idea che non si possa fare a meno di ricorrere alla chirurgia.

Attualmente le tecniche di intervento sono varie e consentono una buona adattibilità in base a diverse tipologie di fisico: la sottomuscolare, la retroghiandolare e la Dual plane, tutte valide e dagli effetti eccellenti, da valutare insieme al dott. Biagi che, nella sua oltre decennale esperienza, ha maturato esperienza e professionalità sull’argomento. Tutte e tre queste tecniche prevedono l’inserimento di protesi mammarie e come tali, un percorso post operatorio ad hoc.

Ma siamo a conoscenza di quale sia la protesi giusta da inserire? Facciamo chiarezza.

 

Quali sono le tipologie di protesi e quale è adatta a te?

In effetti è sbrigativo parlare solo di protesi in generale, poiché le varietà sono multiple. Si tratta di un vero e proprio dispositivo medico e ognuna presenta delle caratteristiche specifiche.

Durante le visite preoperatorie il dott.Biagi valuta insieme alla paziente la grandezza delle protesi da inserire e se queste debbano essere anatomiche o ergonomiche.

Le protesi anatomiche hanno una firma che ricorda una goccia, molto simile quindi alla forma naturale della mammella. Vengono prescelte per fronteggiare il problema del complesso aureola-capezzolo troppo basso, risolvendo anche l’inestetismo legato al seno cadente.

Infatti un maggior volume della protesi nella sua parte bassa permette di sollevare l’intera mammella rispetto al solco sottomammario. Questa tipologia, però, ha lo svantaggio di risultare fisso, a causa della loro composizione in gel di silicone, complicazione difficilmente arginabile nel caso di una rotazione della protesi causata dal normale movimento fisico.

Queste sono le più adatte nel caso dell’intervento retroghiandolare, quando cioè le protesi sono poco stimolate dai muscoli pettorali.

 

Le protesi ergonomiche, dette anche dinamiche, le nuove arrivate sul mercato, invece, riescono a eliminare questo effetto. Le Motiva, le più usate dal dott. Biagi, sono le più efficaci sul lungo periodo poiché, anche nel caso in cui dovessero ruotare, continuano a mantenere una forma pressocché tondeggiante, visibile da sdraiate, ma a goccia quando la donna è in posizione eretta.

Questa tipologia assicura un effetto naturale perché, essendo costituite da un gel coeso e morbido, sono mobili e si adattano nella forma in base alle sollecitazioni proprio come se si trattasse di un seno naturale, così come tendono a muoversi verso il basso per l’effetto gravitazionale.

Inoltre le protesi usate dal dott. Biagi sono di una qualità altissima, tra le migliori sul mercato. Le protesi Motiva sono rivestite da una membrana blu, in modo che eventuali difetti di fabbricazione siano visibili a colpo d’occhio. Inoltre sono rivestite in tessuto nanotesturizzato che ben si adatta al fisico, escludendo quasi totalmente la possibilità di un rigetto. Infine, l’estrema morbidezza e flessibilità dei materiali ne permette l’inserimento tramite dei solchi molto sottili, fattore che favorisce notevolmente l’iter dell’operazione e il decorso post operatorio.

Le protesi ergonomiche, e soprattutto le Motiva, sono quelle consigliate principalmente dal dott. Biagi perché sono le migliori per ottenere un effetto naturale del seno.

In conclusione:

Il dott. Biagi conferma che le protesi anatomiche siano preferibile per correggere alcuni inestetismi come lo svuotamento della parte superiore del seno, il seno cadente aggravato dall’abbassamento del complesso aureola capezzolo, poiché, essendo tondeggianti e fisse riescono a riempire il vuoto assicurando stabilità.

Le ergonomiche, però, rimangono imbattibili, non sono per la tecnologia dei materiali e l’aggiornamento della fattura, ma soprattutto perché, trattandosi di materiali morbidi, possono ben adattarsi al corpo conferendo al seno un aspetto naturale.

Il dott. Biagi ci tiene a precisare che la paziente non si troverà a dover decidere in autonomia su quale sia la tipologia di protesi migliore per sé, ma sarà accompagnata nel processo di valutazione preoperatorio.

Per questo, non esitare a chiedere una consulenza gratuita!

Foto di Klaus Nielsen da Pexels