Esistono varie tipologie di protesi mammarie: vediamo insieme le differenze.

Esistono varie tipologie di protesi mammarie: vediamo insieme le differenze.

 

Quale scegliere per una mastoplastica additiva.

 

Se stai per intraprendere un percorso mirato all’ottenimento di un seno più prosperoso, è importante che tu sappia che esistono varie tipologie di protesi da poter essere inserite.

In questo senso, il dott. Biagi offre grande assistenza e professionalità. Le sue pazienti non vengono mai lasciate sole, soprattutto quando si trovano a dover compiere una scelta così decisiva.

È fondamentale, infatti, poter fare affidamento sulla preparazione di un professionista che sappia condurre la ricerca al meglio. Solo un medico chirurgo con grande esperienza è in grado di valutare la qualità di un impianto protesico e, quindi, decidere insieme alla paziente quale possa dare risultati migliori.

Questa analisi è valida per qualsiasi intervento di mastoplastica che sia sottomuscolare, retroghiandolare o Dual plane.

Ma approfondiamo la questione, il dott. Biagi spiega le particolarità delle protesi.

 

Quali sono le caratteristiche?

 

In commercio si trovano vari tipi di protesi, diversi per forma, materiali e texture.

Ogni variante è pensata per diverse conformazioni fisiche, dato che il seno non è sempre lo stesso da donna a donna. Dopo un’attenta visita, infatti, il dott. Biagi è in grado di consigliare quella più idonea alla persona che ha di fronte. Ogni protesi incide sulla fisicità, sulla pelle dei tessuti mammari.

Andiamo nel dettaglio.

Le protesi sono diverse per materiali:

  • Esistono quelle classiche in silicone
  • ne esistono di nuove, costituite da soluzione salina rivestite da un guscio in silicone

La sostanziale diversità sta nella modalità di inserimento dell’impianto.

Entrambe, infatti, sono rivestite in silicone ma la tecnica operatoria varia. Le protesi interamente in silicone sono preformate e costituite in un materiale che vuole  assomigliare alla consistenza del grasso umano.

Queste vengono inserite dopo aver appositamente ricavato una sacca in grado di accoglierle.

Nell’altra modalità, invece, il chirurgo può inserire delle protesi vuote che vengono riempite di soluzione fisiologica una volta posizionate.

Pro e contro

Anche la consistenza del silicone può essere variabile: in caso sia più coeso è preferibile perché riduce le probabilità di assorbimento nel caso in cui le protesi dovessero rompersi.

D’altra parte, se le molecole di silicone sono più fluide, l’aspetto del seno apparirà più naturale.

Va anche aggiunto che l’iniezione di soluzione salina, una volta inserita la protesi, potrebbe comportare un’increspatura della pelle del seno, inestetismo che viene scongiurato con le preformate protesi in silicone.

Bisogna segnalare che la rottura delle protesi è un evento piuttosto raro e, in quel caso, la soluzione salina verrebbe riassorbita dal corpo senza alcun rischio, mentre la fuoriuscita di silicone potrebbe rimanere intrappolata nel tessuto cicatriziale dando luogo a infezioni .

 

Le protesi sono diverse per forma, in modo da adattarsi al seno originario:

  • Esistono protesi rotonde: nonostante la forza di gravità mantengono il loro sostegno al centro del seno, conferendogli una forma, appunto, rotondeggiante.
  • Esistono protesi ergonomiche: è la tipologia che assume una forma a sorta di goccia, facendo ricadere il peso dell’impianto verso il basso.
  • Esistono protesi anatomiche: sono le più innovative sul mercato. Il dott. Biagi usa le Motiva, le migliori, poiché riescono ad adattarsi in base alla corporatura e ai movimenti della donna.

In questo caso bisogna valutare non solo l’adattabilità ma anche l’effetto finale che si vuole ottenere.

 

Le protesi sono diverse per texture:

  • Esistono protesi texturizzate: la loro superficie che appare ruvida al tatto, le fa aderire al tessuto mammario che le circonda. Ciò nonostante non viene escluso il rischio di rigetto, per questo sono state ideate delle protesi con un guscio miscrotesturizzato. La loro superficie, ruvida in misura minore, aderisce bene al tessuto del seno e riduce al minimo il rischio che si vada incontro a una contrattura capsulare.
  • Esistono protesi lisce: ormai risultano essere sorpassate. La tecnologia è in grado di offrire soluzioni più aggiornate.

se vuoi avere maggiori informazioni sulle tipologie di protesi attualmente esistenti, non esitare a contattare il dott. Biagi, saprà esserti di aiuto, fugando ogni tuo dubbio!

 

Foto di Elly Fairytale da Pexels