Mastoplastica dopo mastectomia: è possibile?

Mastoplastica dopo mastectomia: è possibile?

Si può tornare a sentirsi belle.

 

Questo articolo tratta un argomento delicato, che riguarda una triste esperienza per molte donne.

Il dott. Biagi è sensibile alla causa e vuole rincuorare tutte le sue pazienti, perché tornare ad avere un seno normale dopo una mastectomia è possibile.

L’introduzione di una protesi, la ricostruzione di una mammella, inoltre, non interferisce minimamente nel percorso di terapia oncologica.

Quello che va saputo è che esistono varie tecniche ricostruttive.

Si può procedere con una mastoplastica additiva sottomuscolare, prevedendo l’inserimento di una protesi o meno, utilizzando materiali autologhi.

Una volta accertato il buono stato di salute della paziente, il dott. Biagi valuterà insieme a lei come procedere.

Se sia il caso di inserire o meno una protesi e se sia necessario stabilizzare anche l’area del capezzolo.

 

Come si procede.

L’intervento di ricostruzione della mammella dipende da molti fattori: la forma originaria del seno, il torace della paziente e se vi è materiale rimanente, se dopo la mastectomia la parte risulta totalmente vuota.

A quel punto dovrà essere valutato se è possibile inserire la protesi durante lo stesso intervento di mastectomia.

Va infatti precisato che operare in un secondo momento potrebbe essere doloroso e metterebbe la paziente in condizione di dover subire un nuovo percorso post operatorio.

Non va comunque tralasciata l’idea che in certi casi bisogna pensare principalmente al bene della paziente, nonostante l’aspetto estetico e psicologico sia di pari importanza.

 

Come si svolge la mastoplastica.

 

Si tratta di un intervento veloce che dura poco più di un’ora. Nei sei mesi successivi il seno deve tornare a completa guarigione, facendo cautela ed indossando il reggiseno contenitivo.

Bisogna sempre specificare che si tratta di un’operazione che si aggiunge a una prima molto delicata, motivo per cui è sempre buona norma accertarsi dello stato fisico della paziente prima di agire.

Quando si vuole procedere con l’inserimento della protesi durante l’intervento di mastectomia, si deve tener conto di alcuni variabili fondamentali.

Per questo, va premesso che è molto raro che si verifichi una condizione ottimale per procedere nello stesso momento.

Bisogna infatti considerare che, una volta asportato il tessuto malato, quello restante sia sano, di buona qualità e abbondante.

È necessario che il muscolo pettorale sia stato salvato così come la parte di mammella controlaterale, che non deve essere troppo grande, e soprattutto molto tonica e salda.

Nel caso in cui tutte queste condizioni non si presentino, come nella maggioranza dei casi, è necessario introdurre un espansore temporaneo. Durante la cicatrizzazione, infatti, l’espansore dilata i tessuti, assicurando la formazione di una tasca pronta ad accogliere la protesi che sarà inserita in un secondo momento.

I tessuti devo espandersi in maniera graduale.

Una volta inserito, infatti, viene riempito progressivamente di soluzione fisiologica, in modo da allargarlo regolarmente fino ad arrivare a un’ampiezza tale che permetta l’inserimento della protesi in silicone.

Dopo circa tre mesi dalla mastectomia, la tasca è ben formata per accogliere la protesi in silicone.

Il tipo di mastoplastica è quella sottomuscolare. È impossibile, infatti, procedere con la retroghiandolare e con la Dual plane perché, in questi casi è essenziale la presenza della ghiandola mammaria che, però, viene rimossa durante la mastectomia.

In genere vengono utilizzate protesi anatomiche o ergonomiche, per imitare la forma del seno. Sono preferibili protesi ergonomiche perché assumono più facilmente l’aspetto di un seno naturale, assecondandone anche i movimenti.

In un secondo momento il dott. Biagi penserà alla ricostruzione del complesso aureola capezzolo.

Una volta che la mammella è guarita, il capezzolo può essere ricollocato in sede, aiutandosi con materiale cutaneo e poi con una dermopigmentazione per colorare la zona circostante e renderla simile al vero.

 

Superati i tre mesi dalla mastectomia, il dott. Biagi può sostituire l’espansore con una protesi.

Durante il processo di ricostruzione, il chirurgo inserisce l’impianto aiutandosi con il tessuto originario della mammella o, nel caso in cui la mammella sia vuota, può prelevare tessuti da altre parti del corpo della paziente che sia l’addome o le cosce.

Si può anche procedere con la ricostruzione dell’altro seno, in modo da conferire simmetria all’insieme.

 

Se sei interessata a procedere con un intervento ricostruttivo non esitare a contattare il dott. Biagi. La sua esperienza saprà consigliarti al meglio su quale sia il percorso da seguire, garantendoti assistenza e comprensione.

 

Foto di Polina Tankilevitch da Pexels