Ricostruzione del capezzolo: quando è necessaria e come si svolge.

Ricostruzione del capezzolo: quando è necessaria e come si svolge.

Vediamo insieme i casi in cui si richiede la ricostruzione del C.A.C.

 

Quando si parla di chirurgia plastica al seno, è indispensabile curare i dettagli di ogni sua parte. Per ottenere un buon risultato, soddisfacente alla vista e dall’effetto naturale, è fondamentale la cura dei dettagli.

Per questo i capezzoli meritano un’attenzione particolare. Il dott. Biagi presta molta cura a questa parte del seno, pensando che sia di fondamentale importanza per il risultato finale.

Va specificato che l’intervento sui capezzoli riguarda il Complesso Aureola Capezzolo, che abbrevieremo in C.A.C., riguardante il capezzolo vero e proprio e tutta la parte più scura della pelle circostante.

L’intervento si svolge in sedazione profonda.

La paziente non deve essere intubata poiché l’anestesia viene praticata solo localmente.

Per questo potrà tornare a casa dopo poche ore, anche se attenzioni e accorgimenti devono essere garantiti durante tutta la fase post operatoria. I movimenti devono essere limitati ed eseguiti con massima accortezza.

 

In quali casi si interviene suoi capezzoli.

L’intervento sui capezzoli viene esclusa se si effettua una mastoplastica additiva di qualsiasi tipo, sia che si tratti di una sottomuscolare, retroghiandolare che Dual plane. In questo caso, la ricostruzione del complesso non è prevista perché non necessaria. L’incisione che viene praticata sul seno per ricavare la tasca pronta ad accettare la protesi, infatti, non intacca minimamente l’area del capezzolo.

Più comunemente si interviene in caso di:

 

Mastopessi e riduzione del seno

 

Si interviene quando la riduzione della massa della mammella è di sostanziale entità. A seguito di una mastopessi, la ricostruzione del capezzolo è utile nei casi in cui il seno risulta gravemente pendulo. In questi casi, infatti, il complesso dell’aureola capezzolo risulta decentrata e tendente verso il basso.

L’obiettivo dell’operazione è di risollevare tutto il complesso mammario, riposizionandolo in maniera corretta.

Per questo, è spesso indispensabile ricollocare a sua volta il capezzolo in maniera più centrata rispetto alla nuova forma ottenuta. Il C.A.C. viene quindi collocato più in alto e, se necessario, ridotto per renderlo proporzionato all’insieme. In questo genere di operazione non c’è necessità di adoperare parti di pelle prelevate da altre zone del corpo perché non si va a incidere sulla rimozione di porzioni.

Nel caso di una mastectomia, invece, in mancanza di tessuto originale, il dott. Biagi è costretto a prelevare tessuto epidermico da altre zone del corpo per ricostruire la mammella e il capezzolo.

L’asportazione in genere avviene da zone dove vi è materiale epidermico in abbondanza, come le grandi labbra, il solco mediale del gluteo, l’interno coscia o le palpebre.

In questo modo la parte viene interamente ricostruita con la stessa pelle della paziente, in modo da scongiurare il rischio di un rigetto.

In entrambi questi casi, quindi, si può dire che il dott. Biagi procede con la costruzione di un capezzolo nuovo, utilizzando il tessuto mammario preesistente o aiutandosi con materiale prelevato da altre zone del corpo.

 

Capezzolo introflesso

 

Il dott. Biagi ricostruisce l’intera papilla che, per sua natura, si trova in posizione sbagliata. L’aureola viene liberata dalle aderenze che la trattengono in modo che possa sporgere verso l’esterno. Una volta che il capezzolo è in grado di muoversi e protrarsi, la posizione ottimale viene stabilita grazie a una saturazione specifica che ne garantisce la guarigione nella condizione nuova.

In questo caso il capezzolo viene mantenuto ma solo corretto.

 

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Se credi di avere necessità di un intervento ricostruttivo dell’area dell’aureola e capezzolo, o semplicemente se vuoi avere altre informazioni a riguardo, non esitare a contattare il dott. Biagi. Solo un chirurgo esperto potrà consigliarti cosa si addice al tuo caso specifico.

 

Foto di cottonbro da Pexels