Acido ialuronico nel seno: ecco le analisi nelle quali potrebbe crearti problemi

Acido ialuronico nel seno: ecco le analisi nelle quali potrebbe crearti problemi

Opinioni riguardo l’acido ialuronico al seno e i problemi che può darti questo trattamento.

Vorresti un seno rifatto naturale e stai cercando alternative alla mastoplastica additiva sottomuscolaresottoghiandolare e dual plane? È possibile che tu abbia sentito parlare del filler all’acido ialuronico per il seno, utilizzato anche per riempire rughe, labbra e glutei e per rimodellare alcune parti del corpo, come il naso.

Però l’acido ialuronico è una sostanza che, quando iniettata, impedisce il corretto svolgimento di alcuni esami e analisi. Di conseguenza è attualmente vietato per riempire il seno e aumentare le sue dimensioni, anche se i risultati sarebbero ottimali.

Ma come mai non si può iniettare acido ialuronico nel seno? Il motivo è semplice: le mammelle necessitano spesso di visite di controllo periodiche, accertamenti e visite specialistiche che prevedono particolari analisi.

L’acido ialuronico è capace di inficiare proprio questi esami, fondamentali per verificare la presenza di tumori al seno, cisti, noduli e altro ancora.

Vediamo, di seguito, di quali esami stiamo parlando.

Perché l’acido ialuronico al seno è una pratica ormai vietata?

L’acido ialuronico è una sostanza fisiologicamente presente nel nostro corpo, in quanto si tratta di una delle componenti dei tessuti connettivi. I filler di questa sostanza, dunque, vengono gradualmente assimilati dai tessuti e hanno un periodo di riassorbimento di circa 12 mesi.

Se prima le infiltrazioni di acido ialuronico al seno erano permesse e largamente utilizzate per aumentare il volume delle mammelle senza chirurgia, ora questa pratica è vietata sia in Italia che in molti altri Paesi.

Il motivo è semplice: questa sostanza è radioopaca, ovvero interferisce sugli esami ecografici e radiologici al seno, indispensabili per verificare la presenza di cancro alla mammella, noduli, cisti e altro ancora.

Ciò significa che i medici avevano difficoltà a interpretare correttamente le immagini radiologiche ed ecografiche durante il periodo che andava dall’iniezione di acido ialuronico al suo riassorbimento. Dunque, per oltre 1 anno, i risultati di questi esami risultavano difficilmente interpretabili in quanto oscurati dalla presenza dell’acido.

Come puoi ben immaginare, un avvenimento di questo genere è molto pericoloso in quanto i medici potrebbero rilevare eventuali tumori al seno in ritardo e, di conseguenza, ritardare anche le terapie.

 

Gli esami al seno compromessi dalla presenza di acido ialuronico.

La presenza di acido ialuronico nel seno compromette diversi esami in quanto è radioopaco, detto anche radiodenso: impedisce il passaggio di raggi X e appare, nelle immagini radiologiche ed ecografiche, come una regione più chiara rispetto alle altre.

Questa particolarità impedisce agli esperti di radiologia di interpretare in maniera sicura gli esiti dei seguenti esami:

  • Mammografia: si tratta del principale esame radiologico volto a individuare e diagnosticare un eventuale cancro al seno. È una radiografia alla mammella a basso dosaggio di raggi X che prevede la compressione del seno al fine di analizzare correttamente la ghiandola mammaria.
  • Ecografia mammaria, chiamata anche monografia o ultrasonografia. Questo esame al seno, mediante l’utilizzo di ultrasuoni, permette di:
    • distinguere una formazione liquida (come una ciste) da una formazione solida (come un nodulo);
    • rilevare un tumore all’interno della ghiandola mammaria. È dunque molto utile come complemento di una mammografia nelle donne con ghiandola mammaria densa, in quanto un tumore potrebbe nascondersi proprio all’interno della ghiandola;
    • verificare la posizione dell’ago durante una biopsia al seno;
    • controllare i linfonodi, in particolare a livello ascellare.
  • Risonanza magnetica, consigliata solitamente a complemento della mammografia e/o dell’ecografia mammaria. La risonanza magnetica al seno viene utilizzata per verificare la vascolarizzazione dei tessuti mammari mediante l’iniezione di mezzo di contrasto in vena. Infatti la vascolarizzazione di un seno con tumore è differente da quella di una mammella sana.

Tutte queste analisi sono indispensabili per diagnosticare la presenza di un tumore al seno, quindi la presenza di acido ialuronico nella zona oggetto di esame potrebbe essere molto pericolosa.

Se vuoi aumentare le dimensioni del tuo seno puoi optare per la mastoplastica additiva o per il lipofilling.

 

Seno rifatto naturale? No all’acido ialuronico, sì alla mastoplastica e al lipofilling!

La mastoplastica additiva è un’operazione di chirurgia estetica volta ad aumentare le dimensioni del seno tramite l’inserimento di protesi mammarie.

Il chirurgo può introdurre le protesi nelle seguenti posizioni:

  • Dietro i muscoli dentato anteriore e grande pettorale (mastoplastica additiva sottomuscolare).
  • In parte dietro il muscolo grande pettorale e in parte dietro la ghiandola (mastoplastica additiva dual plane).
  • Dietro la ghiandola mammaria (mastoplastica additiva sottoghiandolare).

Puoi eseguire una mammografia, una risonanza magnetica e un’ecografia mammaria senza problemi anche dopo una mastoplastica additiva. È importante precisare che questi esami sono molto più agevoli dopo una mastoplastica additiva sottomuscolare o una dual plane piuttosto che dopo una mastoplastica sottoghiandolare.

Il posizionamento delle protesi immediatamente dietro la ghiandola potrebbe infatti rendere gli esami diagnostici più lunghi o, qualora le protesi fossero di vecchia fattura, oscurare leggermente le immagini.

Il lipofilling al seno, invece, consiste nell’aspirazione di una parte del tessuto adiposo da zone del corpo ben specifiche (per esempio le ginocchia, natiche, le cosce). Il chirurgo inietta il grasso nel seno al fine di aumentare le sue dimensioni.

Questo intervento è sconsigliato se vuoi aumentare il seno di diverse taglie e se vuoi dei risultati definitivi. Infatti l’organismo smaltisce gradualmente il grasso, dunque dovresti ripetere l’operazione circa una volta all’anno. Inoltre, per garantire la vascolarizzazione dei tessuti, il chirurgo può iniettare solo piccole quantità di grasso nel seno, aumentandolo al massimo di una taglia.

Sei indecisa e non sai quale intervento scegliere tra mastoplastica additiva e lipofilling al seno? Allora contatta subito Dottor Cristiano Biagi compilando il modulo sottostante e prenota una visita gratuita!

 

Foto di Alena Shekhovtcova da Pexels