Rippling al seno: come evitarlo.

Rippling al seno: come evitarlo.

In questo articolo parliamo di Rippling al seno, uno tra gli inconvenienti della mastoplastica additiva.

Insieme capiamo di cosa si tratta e come è possibile evitarlo.

 

Cos’è e come scongiurarlo.

 

Se stai leggendo questo articolo probabilmente sei interessata a un intervento di mastoplastica additiva. Che si tratti di una mastoplastica sottomuscolare, retroghiandolare o dual plane, devi conoscere quali sono i rischi e le eventuali conseguenze di tale operazione.

 

 

Come si riconosce il Rippling.

Il termine deriva dall’inglese ripple, ossia ondulazione o increspatura.

Dal punto di vista fisico, si intende la formazione di tessuto rugoso sulla mammella in prossimità della zona in cui è stata inserita la protesi.

In realtà questo non è un reale problema, anche se, oggettivamente, a nessuno piace pensare di avere pieghe sul seno dopo una mastoplastica. È un inestetismo che compare raramente e non è pericoloso.

 

A cosa è dovuto il Rippling?

Il Rippling si verifica quando la pelle non aderisce bene alla protesi, con precisione alla capsula periprotesica. Quindi, quando non c’è una buona aderenza tra i tessuti e l’impianto si creano delle increspature ai lati delle mammelle.

In genere il problema dopo qualche mese dall’inserimento dell’impianto, quando ormai i seni risultano guariti.

I motivi che possono scatenare questo effetto sono molteplici: oltre a una cattiva aderenza, una delle cause potrebbe esse l’uso di un impianto non idoneo delle protesi rispetto alla conformazione della mammella.

Questo tipo di inconveniente si verifica più spesso nel caso di una mastoplastica retroghiandolare: in questo caso infatti può capitare che i tessuti del seno non siano sufficientemente elastici da coprire a dovere la protesi, provocando un abbassamento della protesi dentro la tasca cicatriziale. Oppure può succedere che la capsula cicatriziale che si forma sia più grande della protesi stessa.

 

Per questo il dott. Biagi utilizza della protesi nanotesturizzate, in silicone e in materiale molto coeso che ben aderisce alle pareti. Va anche aggiunto che le protesi rotonde sono più soggette alla formazione di questo inestetismo rispetto alle ergonomiche che, invece, seguono la forma del seno.

Inoltre questo si verifica più spesso in donne che hanno a disposizione poco tessuto mammario. In questi casi, quindi, è preferibile optare per protesi piccole, in modo da ridurre almeno visivamente l’effetto del Rippling.

 

Come si può risolvere?

È possibile intervenire chirurgicamente per riportare la capsula cicatriziale alle giuste dimensioni e, talvolta, sostituire le protesi come una coppia più piccola. Potrebbe anche aiutare riposizionare l’impianto, magari sotto i muscoli pettorali poiché, coprendo le protesi, queste rimangono meno visibili.

Oppure può essere consigliabile eseguire il lipofilling. Iniettando del grasso prelevato da altre parti del corpo i vuoti vengono riempiti e le rughe distese.

Bisogna dire che il problema del Rippling è facilmente risolvibile se ci si affida a un buon chirurgo estetico!

 

Quindi, anche solo per toglierti dalla mente qualche dubbio, o se sei interessata a un intervento risolutivo a seguito di una mastoplastica precedente, non aspettare e contatta subito il dott. Biagi!

 

Foto di Michelle Leman da Pexels