new blog

L’ osteopatia dopo la mastoplastica additiva: a cosa serve.

un nuovo articolo nel nuovo blog di Cristiano Biagi
L’ osteopatia dopo la mastoplastica additiva: a cosa serve.

L’ osteopatia dopo la mastoplastica additiva: a cosa serve.

Dopo un intervento di mastoplastica additiva può essere utile e vantaggioso un percorso di riabilitazione osteopatica. Abbiamo chiesto al Dott Matteo Calvi che è Fisioterapista e Osteopata a Vicenza

di raccontarci cosa ne pensa a partire da un suo caso clinico. Noterete un linguaggio più tecnico ma abbiamo scelto di lasciar parlare il dottore!

 

Chiunque si approcci al dovere o volere intraprendere un processo chirurgico, giustamente la prima domanda che si pone sarà: 

A chi mi posso affidare? Qual’è il chirurgo che saprà offrirmi il risultato più vicino alle mie aspettative?

Altresì veritiera però è la seguente affermazione: il chirurgo non può fare tutto il lavoro da solo, almeno non in tutto il processo!

Ogni operazione, dalla più semplice alla più complessa e vitale comporta uninterruzione di continuità dei tessuti corporei che spaziano dallepidermide, fino ai più profondi fasciali, muscolari e nervosi periferici.

Il corpo umano, essendo una macchina pressoché perfetta, mette in atto incredibili processi riparativi  e ci permette la quasi piena funzionalità residua.

Anche nel caso della chirurgia estetica i processi sono i medesimi.

I tessuti cicatriziali però non hanno più le caratteristiche biologiche originarie e creano inevitabilmente dalle più piccole alle più consistenti  alterazioni di mobilità dei tessuti stessi, con relativi stimoli recettoriali che spesso riflettono a distanza  modificazioni tensive innescando una serie di processi accomodatori da non sottovalutare.

Diventa necessario allora inserire, in un processo di guarigione e recupero funzionale completo, unattività come la riabilitazione

Qui si colloca a pieno titolo non solo una riabilitazione in senso stretto, con massaggi e a volte elettromedicali, ma una manipolazione Osteopatica eseguita a regola darte, capace di migliorare, velocizzare ed ottimizzare il recupero, diminuendo esponenzialmente complicanze post chirurgiche e alterazioni posturali.

A cosa serve la terapia osteopatica

Il fine principale della terapia osteopatica è quello di porre il soggetto nelle migliori condizioni possibili per ripristinare l’omeostasi corporea. Il trattamento è soggettivo e si adatta alle necessità di ogni singolo paziente.

Quando può servire l’osteopata dopo una mastoplastica?

Le complicanze nella mastoplastica sono rare ma possibili. Esse sono legate principalmente all’anestesia, all’intervento oppure a fattori funzionali secondari.

Non a tutte queste complicanze l’osteopatia può porre rimedio o prevenzione ma sicuramente quelle funzionali possono vedere nell’osteopatia un aiuto o una completa remissione. 

Secondo la mia esperienza diretta, le principali problematiche che il paziente riferisce nel post operatorio durante il recupero sono:

  • Dolore al seno
  • Dismetria della linea mediana tra tra areole e capezzoli
  • Dolore alla spalla omolaterale 
  • Implicazione del torace e dolore dorso-toracico
  • Gonfiore ed edema al torace post operatorio
  • Sindromi vagali
  • Implicazioni del plesso brachiale con parestesie e disestesie lungo il decorso del plesso stesso

DISFUNZIONI SOLITAMENTE PRESENTI CHE PRODUCONO SINTOMATOLOGIE POST OPERATORIE

Le disfunzioni che solitamente si trovano quindi, nella loro totalità riguardano:
– compromissioni della funzionalità dello stretto toracico superiore con problemi di drenaggio vascolo-linfatico della sede di intervento e conseguente gonfiore e dolore dei tessuti
• disfunzione di clavicola in inferiorità
• sintomatologia dolorosa della spalla e del territorio cutaneo del deltoide
• sintomatologia vascolo nervosa che coinvolge l’arto superiore a causa della costrizione delle fibre del plesso brachiale e dei vasi
• algie cervicali con fissità vertebrali per tensione muscolare di trapezio, scom e scaleni

• disfunzioni vertebrali a livello cervicale (C5-C6 e soprattutto C7) e dorsale (D1-D2-D3 e soprattutto D4)
• disfunzioni in inspirazione di K1 e K2 e in espirazione da K5 a K8/K9; 

  • diaframma in inspirazione;
    • tensione del pavimento buccale e contrattura del muscolo temporale e del massetere in contrasto alla trazione esercitata verso il basso dalla fascia cervicale media, dalla fascia superficiale e dalla muscolatura sovra ioidea;
    • contrattura della muscolatura periscapolare mediale con maggior riferimento ai muscoli romboidei e conseguente ipomobilità scapolare

CASO CLINICO

Prendiamo ora in esempio una mia Giovane paziente.

  • Sottoposta ad una mastoplastica additiva con protesi da 600cc
  • Anni 32
  • Altezza 163 cm
  • Peso 63 kg

La paziente come lavoro esegue giornalmente pulizie di case e uffici,  quindi utilizza in modo consistente tutte le catene muscolari e posturali che nel tempo producono un ipertono asimmetrico toracico mettendo in stress cronico il sistema mio-fasciale.

Questo le provoca una conseguente torsione toraco-vertebrale che porta inevitabilmente a una trazione della fascia pettorale con anteposizione e superiorità scapolare che crea visibilmente un’asimmetrica posizione tra i due seni e quindi una dismetria della linea mediana tra areole e capezzoli.

Inoltre la sensazione personale è di una rigidità costante in tutto l’arco di movimento, una diminuzione della mobilità articolare di collo spalla e torace, nonché di notte formicolii lungo il braccio

Il trattamento si è concentrato principalmente nel:

  • Detensione della muscolatura del cingolo scapolare
  • Detensione fasciale dello stretto toracico superiore e medio
  • Detensione tensione cranica foro lacero posteriore per passaggio XI nervo cranico, accessorio del vago, per il muscolo trapezio
  • Sblocco vertebrale Cervicale, cervico-dorsale e dorsale
  • Ripristino sincronia fasciale cervico toracica

CONCLUSIONI: 

Affidarsi a professionisti seri e capaci in tutto il processo di cura è la prima cosa da fare quando si intraprende la via chirurgica, non solo per la parte tecnica di fondo dell’operazione stessa, ma per essere in buone mani qualora ci siano durante il percorso delle problematiche secondarie da affrontare.

Elimina la causa invece dell’organo, rimuovi gli ostacoli invece della funzione, regola il processo invece di sopprimerlo!!

Foto di Karolina Grabowska da Pexels

Matteo Calvi
Dott. FT
Osteopata DO