Mastoplastica correttiva per un seno perfetto

Mastoplastica correttiva per un seno perfetto

Rifarsi il seno non vuol dire solo, come comunemente si pensa, aumentare di una taglia il proprio decolletè ma talvolta significa voler eliminare degli inestetismi con implicazioni funzionali che possono essere una fonte di vero disagio per la donna. In quest’articolo voglio approfondire il tema della mastoplastica correttiva, un protocollo indispensabile non solo per correggere capezzoli introflessi e mammelle tuberose, ma anche per intervenire in seconda istanza su un precedente intervento chirurgico non soddisfacente.

Mastoplastica correttiva: cos’è e quando farla

La mastoplastica correttiva è un intervento sicuro che include procedure chirurgiche differenti. Si va, ad esempio, dall’intervento più breve come la correzione dei capezzoli introflessi al più complesso e articolato come la correzione delle mammelle “tuberose”. Spesso le pazienti mi richiedono delle operazioni di mastoplastica correttiva in quanto fortemente insoddisfatte dei risultati di una precedente mastopessi o mastoplastica additiva o riduttiva. In questi casi, è necessario un attento ascolto della paziente che, giustamente scottata da un’esperienza negativa, si dimostra molto timorosa e ripone grandi aspettative nell’intervento di correzione. In generale un paio di giorni di riposo, sarà possibile riprendere la normale routine quotidiana con moderazione, mentre per l’attività fisica è consigliabile attendere circa 4 settimane. Come da prassi, anche in questo caso, la paziente dovrà indossare un reggiseno contenitivo per almeno 30 giorni.

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L’importanza del risultato

Le donne che si sottopongono alla mastoplastica correttiva desiderano un risultato perfetto, in special modo se affrontano l’intervento dopo una precedente operazione non soddisfacente. In linea di massima il mio obiettivo è offrire un risultato molto naturale, sia alla vista che al tatto. Ricordo anche che dopo l’operazione si può allattare, poiché la ghiandola, l’areola e il capezzolo stesso non sono trattati durante l’intervento e continuano a funzionare normalmente.

Foto di KEREM KSLR da Pexels