mastoplastica additiva Archivi - Pagina 11 di 26 - Cristiano Biagi

mastoplastica-additiva-seno-naturale.jpeg

È possibile avere un seno naturale con la mastoplastica additiva? Da cosa dipende la riuscita dell’intervento?

Mastoplastica additiva per chi vuole un seno naturale

La mastoplastica additiva è un intervento di chirurgia estetica anelato da tantissime donne nel mondo, in quanto consente l’aumento delle dimensioni del seno.

Se però fino a qualche tempo fa erano in voga seni prosperosissimi, visibilmente “rifatti” e sproporzionati rispetto alla corporatura, oggi il risultato più richiesto è quello naturale.

Numerose donne, spesso supportate dal pubblico maschile, ritengono infatti che questo sia piacevole alla vista e al tatto.

E la mastoplastica additiva con esito seno naturale non è un’utopia: in molti casi è una realtà.

La riuscita di un intervento con questo obiettivo dipende da diversi fattori. Vediamoli insieme nei prossimi paragrafi.

Mastoplastica additiva seno naturale? Dipende prima di tutto dalla tecnica adottata

Se si vuole ottenere un seno con effetto naturale è necessario in primis scegliere, insieme al chirurgo estetico, la tecnica giusta.

La mastoplastica additiva si può svolgere, al 2019, con una delle seguenti metodologie:

  • Dual Plane  Consiste nell’inserire la parte superiore delle protesi dietro il grande muscolo pettorale, mentre la parte inferiore resta libera, risultando in questo modo retroghiandolare. Si tratta della tecnica più recente nonché la più utilizzata.
  • Retroghiandolare (detta anche sottoghiandolare): in questo caso la protesi si trova dietro la ghiandola mammaria, dunque sopra il grande muscolo pettorale.
  • Retromuscolare (detta anche sottomuscolare): il chirurgo impianta le protesi tra il grande e il piccolo muscolo pettorale.

Se si vuole ottenere un risultato naturale sarebbe bene prediligere la tecnica Dual Plane, anche se sarà il chirurgo, di caso in caso, a indicare quale metodologia sia la più indicata.

La Dual Plane consente infatti di celare la protesi dietro il grande muscolo pettorale, e allo stesso tempo (grazie alla posizione combinata dietro la ghiandola) evitare che si contragga insieme ai muscoli.

Il seno rifatto al tatto risulta morbido (attenzione: non immediatamente dopo l’intervento bensì dopo 2-3 mesi) e, salvo alcune eccezioni, naturale anche alla vista.

Passiamo ora al secondo fattore che determina una mastoplastica additiva con effetto naturale.

La protesi perfetta per una mastoplastica additiva effetto seno naturale

Anche le tipologie di protesi mammarie, come le tecniche di mastoplastica additiva, sono attualmente tre:

  • protesi tonde: di forma per l’appunto tondeggiante, simile ad una cupola.
  • protesi anatomiche: presentano una forma asimmetrica, simile ad una goccia se guardate di profilo.
  • protesi dinamiche (dette anche protesi ergonomiche), riempite con un gel che si sposta in base alla posizione – eretta o sdraiata – della donna.

Per una mastoplastica additiva effetto naturale le più adatte sono sicuramente quelle dinamiche.

Queste sono preferibili alle tonde e alle anatomiche anche per ulteriori motivi, per esempio il minor rischio di contrattura capsulare.

Le protesi ergonomiche si adattano perfettamente al corpo, correggendo alla perfezione i singoli difetti del seno.

Questi particolari impianti sono i più utilizzati dal Dottor Cristiano Biagi, chirurgo estetico con alle spalle migliaia di interventi di mastoplastica additiva (e non solo).

La tipologia di protesi e la tecnica utilizzata durante l’intervento non sono gli unici fattori che possono determinare un effetto naturale. Vediamone un altro.

Mastoplastica additiva: le indicazioni post operatorie del chirurgo per un effetto naturale

Per ottenere un effetto naturale, oltre all’utilizzo della tecnica Dual Plane e delle protesi ergonomiche, è indispensabile seguire le indicazioni per il post operatorio fornite dal chirurgo.

Dopo un intervento di mastoplastica additiva è infatti necessario:

  • Evitare di compiere sforzi che coinvolgano la parte superiore del corpo.
  • Indossare un reggiseno post mastoplastica additiva con fascia stabilizzante.
  • Massaggiare le mammelle secondo le indicazioni del chirurgo.

Nessuna di queste pratiche è facoltativa, ma quelle più importanti ai fini dell’ottenimento di un seno naturale sono l’utilizzo dell’apposito reggiseno e il massaggio.

Infatti dopo l’intervento il seno risulta più alto del normale. Ma la compressione del reggiseno consente il posizionamento corretto delle protesi, le quali scendono adeguatamente.

Il massaggio invece permette di ammorbidire le mammelle e contribuisce, insieme al reggiseno, a velocizzare la scomparsa dell’edema.

C’è un quarto fattore che determina un effetto naturale dopo la mastoplastica additiva: la conformazione del seno.

Caratteristiche della mammella: possono influire sull’effetto seno naturale

Quando si parla di mastoplastica additiva non bisogna mai trascurare le caratteristiche del seno della donna. Queste possono di fatto influire sul risultato finale (insieme agli altri fattori sopracitati).

È il chirurgo che, ascoltando i bisogni della paziente e valutando la conformazione del seno deve consigliare la tecnica d’intervento e il volume delle protesi adeguati.

Ad esempio prenderà in considerazione altezza, circonferenza toracica, distanza fra i capezzoli e base della mammella.

Come affermato dal Dottor Cristiano Biagi, “È necessario capire cosa veramente la paziente desideri, ascoltarla e cercare di comprenderne tanto i timori quanto i suoi legittimi bisogni. Solo così potremo veramente realizzare il suo sogno”.

In conclusione, una mastoplastica additiva effetto seno naturale è possibile, ma è il frutto dei seguenti principali fattori:

  • tecnica d’intervento (Dual Plane)
  • tipologia di protesi (ergonomica)
  • buone pratiche post operatorie (reggiseno + fascia, massaggi)
  • conformazione della mammella.

È necessario però ascoltare il parere del medico, in quale – in base alla conformazione del seno e ad altre valutazioni – deciderà la procedura più adatta di caso in caso.


pexels-michelle-leman-6798574-scaled-2-1200x1800.jpg

In questo articolo parliamo di Rippling al seno, uno tra gli inconvenienti della mastoplastica additiva.

Insieme capiamo di cosa si tratta e come è possibile evitarlo.

 

Cos’è e come scongiurarlo.

 

Se stai leggendo questo articolo probabilmente sei interessata a un intervento di mastoplastica additiva. Che si tratti di una mastoplastica sottomuscolare, retroghiandolare o dual plane, devi conoscere quali sono i rischi e le eventuali conseguenze di tale operazione.

 

 

Come si riconosce il Rippling.

Il termine deriva dall’inglese ripple, ossia ondulazione o increspatura.

Dal punto di vista fisico, si intende la formazione di tessuto rugoso sulla mammella in prossimità della zona in cui è stata inserita la protesi.

In realtà questo non è un reale problema, anche se, oggettivamente, a nessuno piace pensare di avere pieghe sul seno dopo una mastoplastica. È un inestetismo che compare raramente e non è pericoloso.

 

A cosa è dovuto il Rippling?

Il Rippling si verifica quando la pelle non aderisce bene alla protesi, con precisione alla capsula periprotesica. Quindi, quando non c’è una buona aderenza tra i tessuti e l’impianto si creano delle increspature ai lati delle mammelle.

In genere il problema dopo qualche mese dall’inserimento dell’impianto, quando ormai i seni risultano guariti.

I motivi che possono scatenare questo effetto sono molteplici: oltre a una cattiva aderenza, una delle cause potrebbe esse l’uso di un impianto non idoneo delle protesi rispetto alla conformazione della mammella.

Questo tipo di inconveniente si verifica più spesso nel caso di una mastoplastica retroghiandolare: in questo caso infatti può capitare che i tessuti del seno non siano sufficientemente elastici da coprire a dovere la protesi, provocando un abbassamento della protesi dentro la tasca cicatriziale. Oppure può succedere che la capsula cicatriziale che si forma sia più grande della protesi stessa.

 

Per questo il dott. Biagi utilizza della protesi nanotesturizzate, in silicone e in materiale molto coeso che ben aderisce alle pareti. Va anche aggiunto che le protesi rotonde sono più soggette alla formazione di questo inestetismo rispetto alle ergonomiche che, invece, seguono la forma del seno.

Inoltre questo si verifica più spesso in donne che hanno a disposizione poco tessuto mammario. In questi casi, quindi, è preferibile optare per protesi piccole, in modo da ridurre almeno visivamente l’effetto del Rippling.

 

Come si può risolvere?

È possibile intervenire chirurgicamente per riportare la capsula cicatriziale alle giuste dimensioni e, talvolta, sostituire le protesi come una coppia più piccola. Potrebbe anche aiutare riposizionare l’impianto, magari sotto i muscoli pettorali poiché, coprendo le protesi, queste rimangono meno visibili.

Oppure può essere consigliabile eseguire il lipofilling. Iniettando del grasso prelevato da altre parti del corpo i vuoti vengono riempiti e le rughe distese.

Bisogna dire che il problema del Rippling è facilmente risolvibile se ci si affida a un buon chirurgo estetico!

 

Quindi, anche solo per toglierti dalla mente qualche dubbio, o se sei interessata a un intervento risolutivo a seguito di una mastoplastica precedente, non aspettare e contatta subito il dott. Biagi!

 

Foto di Michelle Leman da Pexels


pexels-karolina-grabowska-4622942-scaled-2-1200x1800.jpg

 

C’è da preoccuparsi?

 

Il periodo post operatorio è il momento più delicato per una paziente. Quando ci si sottopone a una mastoplastica additiva, gli accorgimenti da seguire sono tanti, così come sono molteplici gli inconvenienti che potrebbero insorgere.

Uno tra questi, è la comparsa di macchie rosse sul seno nel periodo post operatorio. Le macchie potrebbero essere di varia forma e grandezza, e anche di colorazione variabile, spesso simili a un edema.

Ma non devi preoccuparti, è un imprevisto molto comune.

 

Cosa fare se compaiono delle macchie rosse?

Per prima cosa, devi sapere che le macchie potrebbero anche essere accompagnate da prurito.

La prima cosa che devi fare è contattare immediatamente il medico che ti ha operata per avere una visita. O, in alternativa, puoi rivolgerti a uno specialista diverso ma sempre nel settore, come il dott. Biagi.

In assoluto, consultare un medico è la cosa migliore che possiamo consigliarti, perché ogni caso è specifico e non esiste una causa e un rimedio universale per tutti.

 

In questi casi, i problemi potrebbero essere di varia natura:

  • Dermatologica: in realtà potrebbe trattarsi di una banale irritazione dovuta al sudore e allo sfregamento. Niente di preoccupante.
  • Rottura dei capillari sul seno: potrebbe essere richiesto l’intervento di un laser vascolare oppure potrebbe risolversi da solo.
  • Ecchimosi: queste sono in tutto dei lividi, di un diametro di circa 2 cm. Possono cambiare colore, variando dal rosso, al viola al giallo.

È basilare farsi controllare perché tali fenomeni potrebbero essere accompagnati da infezioni e dolore.

Il versamento, come in altri casi, può riassorbirsi autonomamente. Nel caso in cui questo non fosse possibile, può intervenire il medico che procederà con un apposito metodo di aspirazione.

 

Come si evitano le macchie rosse?

Qualsiasi sia la tipologia di mastoplastica additiva cui ti sei sottoposta, che sia sottomuscolare, retroghiandolare o Dual plane, gli accorgimenti da seguire sono sempre gli stessi. In particolare, bisogna:

  • Evitare di fare sforzi con le braccia
  • Evitare di prendere farmaci anticoagulanti (sempre su stretta segnalazione del medico)
  • Evitare di allenare o compiere gesti che coinvolgano la parte superiore del busto

 

Oltre a prestare attenzione al tuo fisico, in modo che questo non subisca ulteriori stress, puoi seguire questi semplici accorgimenti:

  • Ricorda di lavare spesso il reggiseno contenitivo post operatorio. È un indumento che devi portare sempre, per questo, deve essere sempre sterile e igienizzato. Per questo i consiglia di averne sempre uno di ricambio.
  • Se decidi di operarti durante la stagione calda, devi stare sempre a riposo nelle ore più calde, possibilmente in locali climatizzati. Il sudore irrita la pelle, bisogna ridurre al minimo l’eventualità.
  • Non bisogna mai indossare indumenti troppo stretti. Dopo la fine del periodo previsto per l’uso del reggiseno contenitivo, bisogna passare a una biancheria che sia morbida, elastica e senza ferretto perché la pelle sia lasciata libera di guarire.

 

Quello che ogni volta vogliamo sottolineare è che questi consigli non possono e non vogliono assolutamente sostituire un consulto medico. Per questo, contatta subito il dott. Biagi per ricevere una consulenza gratuita!

 

Foto di Karolina Grabowska da Pexels


pexels-cottonbro-6567962-scaled-2-1200x1801.jpg

Generalmente le persone che si sottopongono a un intervento al seno sono decise di ciò che vogliono ottenere e, di conseguenza, sono contente del risultato ottenuto.

 

 

Hai paura di non poter tornare indietro?

Va valutata la possibilità che i risultati deludano le aspettative ma questo è comprensibile e fa anche un po’ parte dei rischi di queste cose.

Tuttavia, esistono persone che, in realtà, si pentono amaramente di aver preso una decisione così drastica e permanente.

Succede quando non si è convinti, quanto il percorso viene intrapreso sulla scia di pressioni esterne, su consigli altrui, su insicurezze personali che si spera possano scomparire così.

In realtà questo avviene molto raramente. È davvero difficile riuscire a risolvere un problema fuori, se il problema è dentro di noi.

Per questo il dott. Biagi è fermamente convinto dell’utilità di colloqui approfonditi e personali con le proprie pazienti. Vuole conoscerle in maniera approfondita, non solo analizzare la loro storia clinica.

La conoscenza più profonda permette di capire quali siano le reali motivazioni che spingono una persona a sottoporsi a un intervento chirurgico. Che la scelta sia presa in totale autonomia e ci sia consapevolezza degli eventuali rischi o complicazioni cui si può andare incontro.

Nel caso in cui subentrino problematiche legate all’intervento esistono specifiche soluzioni che rientrano nelle competenze della mastoplastica correttiva.

Considerando che la mastoplastica additiva, che sia sottomuscolare, retroghiandolare o dual plane, consiste nell’inserimento di una protesi nel tessuto mammario, si può incorrere nel rischio di un rigetto. Si presenta come quello che in termini medici viene definita contrattura muscolare, e consiste nel graduale ispessimento della tasca protesica che, non solo comporta dolore alle mammelle, ma provoca anche lo spostamento della protesi portando a una vera e propria deformazione.

Per evitare tutto ciò è basilare affidarsi a un medico esperto che usa materiali di alta qualità, oltre a attenersi fedelmente alle indicazioni che vengono date.

 

Diverso è il caso in cui una paziente si pente dell’operazione. Un ripensamento può essere legato a un’immagine distorta rispetto a quella che era stata auspicata.

Prima di tutto bisogna dire che il corpo ha bisogno del suo periodo di assestamento, per cui bisogna sempre aspettare che passino almeno 3 mesi dall’intervento prima di stabilire se il risultato fosse quello sperato.

Le mammelle hanno bisogno di tempo per decongestionarsi, eliminare i liquidi, i punti di sutura devono essere stabili e ben rimarginati. A quel punto, una volta raggiunta una condizione di normalità si può essere soddisfatti o meno.

E se l’immagine riflessa nello specchio proprio non corrisponde a quella sperata, si può pensare di ricorrere a un intervento di rimozione delle protesi.

Per come ne abbiamo parlato, le cause che spingono una persona a richiedere una seconda operazione, quindi, possono essere definite di natura fisica o psicologica.

Dal momento che sugli imprevisti fisici si ha poco margine di gestione, sulle incertezze emotive si può giocare d’anticipo, evitando di commettere errori decisionali se non si è ferme nel proprio intento.

 

La chirurgia è comunque in grado di aiutarti. Se ti senti confusa, sia che tu voglia operarti o che tu lo abbia appena fatto, puoi rivolgerti al dott. Biagi per avere un parere o un consulto gratuito.

Un consiglio è sempre ben accetto, soprattutto se viene da un esperto.

 

 

Foto di cottonbro da Pexels

 


pexels-cottonbro-6567949-scaled-2-1200x1801.jpg

Hai effettuato da poco un intervento di mastoplastica additiva e, nonostante tutto, non ti senti a tuo agio?

 

Come ti senti dopo l’intervento?

Il problema potrebbe dipendere dal processo di accettazione delle modifiche al proprio corpo.

È una sensazione del tutto normale, che va attenuandosi con il passare del tempo.

La mastoplastica additiva che sia sottomuscolare, retroghiandolare o dual plane, è un intervento che va a modificare le forme in maniera significativa, poiché prevede l’introduzione di protesi finalizzate ad aumentare il volume del seno.

 

Per questo è importante seguire delle indicazioni che vengono fornite dal dott. Biagi per affrontare al meglio la convalescenza e, quindi, ridurre i fastidi.

Non devi spaventarti se in fase iniziale ti sentirai impacciata nei movimenti. È tutto previsto.

Il seno appare gonfio, emaciato, i punti di sutura potranno farti male, impendendo quindi il movimento fluido degli arti. Bisogna sempre tenere presente che con un’operazione di questo tipo, il corpo subisce un trauma e, per questo, bisogna avere pazienza e rispettare i fisiologici tempi di recupero.

Lo stesso vale per la forma del seno. Ovviamente, a ridosso dell’intervento, non bisognerebbe guardarsi allo specchio!

Quello che vedrai riflesso non sarà assolutamente il risultato definitivo. Per quello occorrono almeno 3 mesi, durante i quali il seno è molto sensibile e deve essere trattato con cura.

Anche se avrai voglia di sfoggiare il tuo capolavoro, devi fare attenzione e indossare un reggiseno contenitivo, da portare anche di notte.

Questo ti appare strano? Hai aspettato tanto per sentirti sensuale e adesso ti trovi a fare i conti con un oggetto del tutto antiestetico? Sì. Ma è doveroso.

Per sfoggiare completini sexy ci sarà tempo e le soddisfazioni non mancheranno.

Il reggiseno contenitivo non è un inutile supplizio ma un presidio medico che serve a evitare che le protesi si spostino provocando la produzione di siero che potrebbe portare a infezioni, compromettendo l’esito dell’intervento.

 

Alcuni accorgimenti.

È comprensibile il tuo senso di disagio nei giorni successivi all’intervento ma sappi che nell’arco di un mese potrai gradualmente riprendere le tue attività quotidiane.

Devi solo stare attenta a non compiere sforzi e evitare attività che mettano sotto pressione le braccia.

Per esempio, si può rientrare a lavoro dopo una settimana, anche perché va segnalato che la mastoplastica additiva non rientra tra interventi direttamente connessi allo stato di salute, per cui, infatti, non è prevista la copertura della mutua durante il periodo di convalescenza. Tuttavia, si raccomanda di non accellerare le tempistiche ma di coprire il periodo con le proprie ferie, perché il riposo è fondamentale per la guarigione.

In ogni caso, se hai dubbi di qualsiasi natura, sia legati all’intervento, alla degenza ma anche domande che possono sembrarti banali sul comportamento da adottare, non esitare a contattare il dott. Biagi per una visita di controllo gratuita.

Il dottore saprà darti i consigli giusti per affrontare al meglio tutto il percorso operatorio.

 

Foto di cottonbro da Pexels

 










© Copyright 2024 – Cristiano Biagi





© Copyright 2024 – Cristiano Biagi